Presentazione
Durata
1 Settembre 2023
Descrizione del progetto
L’idea del fare, del pensare, del costruire per cercare continuamente di superare i propri limiti conoscitivi trova concretizzazione nel luogo della bottega, così come la tradizione cinquecentesca ci ha dimostrato, capace di insegnare il mestiere. Questa filosofia si è formata ed è cresciuta con me sin dagli anni in cui, ancora adolescente, frequentavo studi di grandi artisti, di pittori, fotografi, scultori, alcuni dei quali hanno fatto la storia dell’arte contemporanea.
Accanto a questa concezione formativa si aggiunge un elemento fondamentale nel quale credo profondamente: il gioco di squadra. Infatti, la riuscita del progetto didattico ha visto impegnati numerosi attori durante l’intero anno scolastico. Si è trattato, quindi, di un lavoro di gruppo che ha saputo racchiudere e integrare concezioni di apprendimento riconducibili al concetto di scuola- bottega, inserendo così la dimensione lavorativa nel versante del divertimento. Ciò ha prodotto l’attivazione del piacere dello studio inteso come scoperta, divenendo il motore di una macchina in grado di accendersi per produrre arte e conoscenza.
La decisione, non casuale, di reinterpretare le opere di Caravaggio ha consentito di percorrere viaggi diversi e paralleli, passando per il tecnicismo dello studio delle luci e della composizione fotografica a quello rappresentativo ed interpretativo della scena, finanche quello organizzativo nella scelta dei materiali per la costruzione scenografica. Dunque, si è tentato di creare un percorso di ricerca e coinvolgimento personale con l’obiettivo di riuscire ad accrescere uno sguardo che sappia vedere, in profondità, le immagini che si stanno osservando. Intercorre, infatti, una differenza strutturale tra la capacità di vedere e guardare: ogni uomo detiene la possibilità innata di vedere con l’uso degli occhi, analizzando forme e colori; la differenza, il salto qualitativo, sorge nel momento in cui la persona risulta allenata a direzionare lo sguardo verso un’ottica coinvolgente, interiore, sentita e vissuta. Pertanto, la percezione del potere incarnare ciò che si vede in quel frangente rappresenta lo spartiacque tra il concetto di vedere e guardare. Quando si compie l’atto del guardare, tutta la persona si sente coinvolta totalmente; si è presenti in quel momento e si assume su di sé tutta la potenza comunicativa che l’opera ci sta mostrando. Accade, infatti, una rivelazione a una manifestazione: il saper leggere un’immagine nella sua totalità espressiva, formale e concettuale. In definitiva, questa visione rappresenta il tentativo di aver gettato un seme nella speranza di trasformare, nei ragazzi, il loro vedere in un complesso e più profondo guardare.
A fronte di quanto detto fino ad ora, diviene ancora più esplicita la motivazione per la quale si è scelto di fondare il percorso sulle opere di Caravaggio, artista capace di immortalare scene apparentemente reali, immagini che raccontano situazioni che stanno per accadere o che sono appena trascorse. Istantanee di un momento impresse su tela con colori ad olio così vicine ad uno scatto fotografico o ad un fermo immagine di una scena di un film. Inoltre, i quadri del Maestro hanno consentito di costruire un ponte di collegamento con il territorio che li ospita e nel quale anche noi viviamo; hanno reso possibile un itinerario parallelo, ideale e reale, tra le Chiese ed i vicoli di Roma, alla ricerca e scoperta di quei luoghi in cui questi capolavori trovano dimora. Aver avuto la possibilità di esplorare la città considerata un museo a cielo aperto perché colma di capolavori di inestimabile valore, fruibili a tutti, è stata un’ulteriore pratica diretta alla conoscenza e consapevolezza del contesto in cui si cresce.
In conclusione, sembra doveroso sottolineare l’importanza tecnica riservata allo studio della luce quale elemento caratterizzante della reinterpretazione e riproduzione dei quadri di Caravaggio. Si è provato a ricercare, nella maniera più fedele possibile, l’illuminazione che contraddistingue il tocco dell’artista. Per ottenere tagli di luce e ombre profonde si è deciso di apportare modifiche strutturali all’interno del laboratorio di fotografia della scuola, trasformando e rendendo idoneo l’ambiente allo scatto.
Successivamente, l’attenzione è stata riservata alla scena: giornate di lavoro preparatorio sulle pose ed espressioni dei personaggi, rivolgendo costantemente lo sguardo al capolavoro originale con l’obiettivo di catturarne l’emotività manifesta nelle forme dei personaggi da reinterpretare. Questa fase tecnica di ripresa, per la sua difficoltà e serietà, ha previsto l’impiego di diverse ore di lavoro e giorni intensi.
L’ultimo passaggio, la post-produzione, è stato un lavoro altrettanto intenso e complicato. Si è trattato di un “taglia e cuci” infinito, dove anche il più piccolo dettaglio veniva esaminato con accuratezza e minuziosità. Tanti giorni passati al computer per realizzare immagini, alcune delle quali, composte da bel sette differenti fotografie.
Personalmente è stata una sfida tecnica, didattica ed umana, che ha confermato e rafforzato, se ce ne fosse stato bisogno, il mio credo.
Si cresce, si costruisce, si vive insieme.“
Luogo
Via dell'Idroscalo, 88 - 00121 Roma (Lido di Ostia)
Partecipanti
Gli studenti della 2A della sede di Ostia